Universitari in ricerca

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Rubrica promossa dalla FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), Note di pastorale giovanile e il settore giovani AC (Azione cattolica italiana) per raccogliere e valorizzare le testimonianze degli universitari sul proprio percorso di crescita culturale, umana e spirituale durante l’Università e le riflessioni sul significato dello studio e sul senso dello della propria ricerca che scaturiscono dall’esperienza del mondo accademico.

Il titolo

Il senso del titolo della rubrica viene chiarito dalla citazione di Umberto Eco qui sotto riportata. «Di qualsiasi cosa i mass media si stanno occupando oggi, l’università se ne è occupata venti anni fa e quello di cui si occupa oggi l’università sarà riportato dai mass media tra vent’anni. Frequentare bene l’università vuol dire avere vent’anni di vantaggio. È la stessa ragione per cui saper leggere allunga la vita. Chi non legge ha solo la sua vita, che, vi assicuro, è pochissimo. Invece noi quando moriremo ci ricorderemo di aver attraversato il Rubicone con Cesare, di aver combattuto a Waterloo con Napoleone, di aver viaggiato con Gulliver e incontrato nani e giganti. Un piccolo compenso per la mancanza di immortalità» (Umberto Eco).

Il senso della rubrica

«Quando, in passato, sedevo alla mia scrivania, ero presa da irrequietezza al pensiero di perdermi qualcosa fuori, qualcosa della “vera” vita. E così non riuscivo mai a concentrarmi sui miei studi. E quando ero immersa nella “vita vera”, in mezzo alle persone, provavo sempre il desiderio disperato di tornare a quella scrivania e non ero affatto allegra insieme agli altri. Quella distinzione artificiale tra studio e “vita vera” adesso è scomparsa. Adesso “vivo” davvero dietro alla mia scrivania. Lo studio è diventato una “vera” esperienza di vita e non è più solo qualcosa che riguardi la mente. Alla mia scrivania io sono completamente immersa nella vita, e trasporto nella “vita vera” la tranquillità interiore e l’equilibrio che mi sono conquistata nell’intimo. Prima dovevo ogni volta ritirarmi dal mondo esterno, perché le molte impressioni mi confondevano e mi rendevano infelice. Dovevo rifugiarmi in una stanza silenziosa. Adesso quella “stanza silenziosa”, per dir così, la porto sempre con me, e mi ci posso ritirare a ogni istante, sia che mi trovi in un tram pieno di gente sia nel mezzo della confusione in città» (Etty Hillesum). L’esperienza dello studio universitario, in qualunque ambito si collochi, è un’esperienza determinante per un giovane. Per la sua identità, per la sua maturazione, per la costruzione di una
personale visione del mondo e del futuro, per la sua capacità di collocarsi relazionalmente, socialmente, culturalmente. Essa mette alla prova la capacità del giovane di attrezzarsi adeguatamente, di sperimentare atteggiamenti determinanti, come la programmazione realistica, la capacità di organizzarsi, di motivarsi, di vivere la fatica e l’impegno, l’incontro con i propri limiti, ma anche la gioia della scoperta, l’uso dell’immaginazione, l’accostamento al mistero. E la capacità di immaginare il futuro. Tutto questo passa attraverso storie personali di vita, incontri-scontri con la realtà dello studio e dell’università, delle persone che ne fanno parte e delle esperienze in cui ci immergiamo, del contesto del piccolo e grande mondo in cui siamo immersi. Un primo passaggio per riflettere sull’esperienza vissuta o che si sta vivendo, può essere quello di guardare alla materia che si sta studiando e chiedersi: che cosa ho colto di questa disciplina? quali chiavi di lettura e strumenti per stare e agire nel mondo mi può dare? a che cosa potrebbe servire per il miglioramento della società? Si può poi considerare poi la propria storia personale in relazione all’impegno nello studio, con gli entusiasmi e le fatiche, gli incontri che hanno chiarito o hanno aiutato nel cammino; le scoperte entusiasmanti e il senso di un cammino in continua evoluzione. Lo studio mi ha fatto e mi fa crescere personalmente? come? Quali passi di consapevolezza personale ho potuto fare durante l’università? Allargando ulteriormente lo sguardo si possono esplicitare le domande che accompagnano nel desiderio di connettere le tappe della propria storia presente e passata, aprendo a quella futura, nella ricerca di realizzare i sogni che vanno maturando in sè stessi. Perché ho scelto di fare l’università, e
questo percorso di studi? come si è evoluta la mia motivazione? quali progetti di vita mi hanno spinto in questa direzione? quali elementi l’hanno confermata o disconfermata? Un’ulteriore provocazione potrebbe venire dalla dimensione spirituale, per chi la contempla. Vivi questo percorso di crescita all’interno di un’esperienza di fede? come la ricerca esistenziale ed intellettuale si intersecano? A seconda della situazione personale si posso distinguere anche fasi temporali diverse (il prima, il durante, il dopo… o triennale/magistrale, erasmus ecc.) Queste sono solo eventuali tracce, che possono essere usate tanto quanto le si ritiene utili a riflettere e ordinare le proprie riflessioni, sapendo che si tratta di una personale prospettiva o punto di vista rispetto a questa esperienza che ha toccato mente e cuore di chi l’ha vissuta in prima persona.

Modalità

Non è uno studio sociologico o un saggio generico di riflessioni sui temi della cultura e delle prospettive di vita dei giovani oggi, ma il racconto di come tu giovane hai affrontato e vissuto questo periodo e di speranze/disillusioni, in cosa è mutato cammin facendo, e se e come è stata un’esperienza “di vita”. Allo stesso tempo, ti invitiamo ad avere cura del fatto che i lettori non saranno a conoscenza dei particolari delle esperienze a cui fai riferimento, quindi di dare tutte le informazioni necessarie per comprendere pur senza esplicitare necessariamente tutto.

Indicazioni tecniche

Lunghezza: tra le 6500 – 7000 battute, spazi compresi. Sono gradite anche un paio di righe aggiuntive con le indicazioni autobiografiche che si ritiene significative per descriversi, e una foto (meglio se di ambiente studio) dell’autore. La pubblicazione della rubrica avverrà sul sito di “Note di pastorale giovanile”, sui canali della FUCI e dell’Azione cattolica italiana. Alcuni articoli selezionati saranno pubblicati anche sulla rivista “Ricerca”.

Per qualsiasi informazione, dubbio o mandare i vostri contributi potete rivolgervi a:
Clara Pomoni, per la FUCI (condirettore@fuci.net; 3312985546)
Don Giancarlo De Nicolò, per Note di pastorale giovanile (giadeni@gmail.com)
Maria Chiara Carrozza, per i giovani di AC (mc.carrozza@azionecattolica.it; 340 142 9220)