Il sogno di una crescita integrale
di Assunta Pappacena
Nata a Corigliano Calabro (CS), ha 21 anni e frequenta il Corso di Laurea in Lettere Moderne all’Università La Sapienza di Roma. Appassionata di letteratura e di arte, trova sempre del tempo per leggere libri e visitare mostre e musei. Attratta dalla figura di Don Bosco e dal suo carisma, frequenta da sempre ambienti salesiani.
«Ma perché proprio Roma? Devi andare così lontano per studiare? E poi, ce la farai da sola?» Questi i primi commenti di amici e conoscenti quando, alla fine della maturità, ho detto “la notizia”. E così, più ancora che combattere con me stessa per attingere al coraggio e alla determinazione che avevo dentro, ho dovuto quasi “combattere” con i giudizi degli altri. Certo, avrei voluto che piuttosto mi incoraggiassero (ne avevo bisogno), ma tant’è, forse anche quella era una prova per misurare la mia effettiva volontà. Ma non fraintendetemi: è stata davvero dura allontanarmi dal mio paese, dalla mia famiglia e da tutti i miei affetti, ma è stato anche necessario per poter realizzare i sogni che mi porto dentro. Sì, i sogni, quelli che si fanno ad occhi aperti e che accompagnano ognuno di noi nella ricerca del proprio posto nel mondo. Sono proprio questi che quotidianamente mi danno la forza e la volontà di superare ogni ostacolo che incontro sul mio cammino, facendomi guardare al futuro con tanta speranza. E, allora, eccomi qui, a Roma, studentessa di Lettere alla Sapienza. Sono giunta in questa splendida città, che amo da sempre, in un pomeriggio di fine settembre, con l’animo diviso tra timori e speranze. Sola, lontana qualche centinaio di chilometri dai miei famigliari e dai miei amici, sapevo già che avrei dovuto abbandonare le mie vecchie abitudini e riorganizzare la mia vita, contando sulle mie forze e senza arrendermi di fronte alle prime difficoltà che inevitabilmente si sarebbero presentate. Ma Roma, con la sua straordinaria bellezza, mi ha subito confortata e incoraggiata. All’inizio, dunque, tanti timori e tanti dubbi, ma anche una forte determinazione nel cogliere questa grande opportunità che la vita mi stava offrendo per poter continuare a crescere e realizzare il mio progetto di vita umano e professionale. Gli studi umanistici mi hanno sempre appassionata. Pertanto, non è stato difficile scegliere quale corso di laurea seguire. Che emozione assistere alla prima lezione: l’aula del prestigioso Ateneo romano era piena di tanti giovani che come me si accingevano con tanta speranza a intraprendere un cammino che avrebbe offerto ad ognuno nuovi stimoli culturali e umani. Che brividi ho provato nel pensare che forse, in passato, in quella stessa aula avevano provato i nostri stessi sentimenti giovani che poi nel tempo avrebbero lasciato un segno profondo nel mondo della cultura. Mi sentivo piccola, ma fiduciosa. Amo gli studi che ho intrapreso perché sono appassionata della vita, quella stessa vita che ritrovo nei versi dei poeti e nelle pagine degli scrittori di ogni tempo e nelle storie di uomini e donne che popolano libri e opere d’arte. Così, quando leggo, nelle pagine dei libri cerco sempre parole ricche di vita affinché la mia stessa vita sia ricca di senso. Lo studio, pertanto, mi sta offrendo l’opportunità di esplorare nuove dimensioni umane e culturali e, grazie all’acquisizione di nuovi strumenti, di poter compiere un autentico viaggio nelle profondità dell’animo umano. Vivere pienamente l’università implica anche fare spazio nella propria vita a nuove amicizie che spesso superano la prova del tempo. Quando queste stimolano a un confronto maturo e a una condivisione sincera di esperienze che aiutano a crescere, allora è possibile comprendere il vero senso dell’amicizia, quella che non conosce invidia, gelosia, competizione e che invita ognuno di noi a volere il bene di chi ci sta accanto. Esperienza che sto vivendo direttamente, avendo conosciuto, in ambito universitario, splendide persone che mi auguro rimangano sempre al mio fianco (e io al loro). Proprio con loro, grazie agli stessi interessi culturali che condividiamo, spesso vado alla scoperta di questa grande e stupenda città. A Roma l’arte la incontri dovunque. E non mi riferisco solo alle chiese, ai tanti edifici di grande valore storico e architettonico o ai dipinti del Caravaggio o di Raffaello o agli affreschi di Michelangelo o alla maestosità delle piazze o alla bellezza delle tante fontane (prima fra tutte quella di Trevi) il cui scrosciare delle acque è un inno alla vita. Tutte opere di artisti che hanno fatto dono alle donne e agli uomini di ogni tempo di capolavori di inestimabile valore e che ci mostrano a quali altezze possa arrivare un essere umano quando l’ispirazione si accompagna perfettamente ad un talento coltivato con impegno, fatica, pazienza e determinazione. Qualità che aiutano a realizzare i sogni custoditi nel cuore di ognuno. Non c’è via, piazza o vicolo del centro di Roma che non possegga un qualcosa che non possa definirsi artistico. Ed ecco che accanto a grandi monumenti e chiese famose, inoltrandosi in qualche vicolo, può capitare di trovarsi di fronte a una piccola e graziosa finestra e rimanere incantati per la sua particolarità. Concedersi, allora, un po’ di tempo per una passeggiata in centro significa ogni volta mettersi in viaggio per educarsi alla bellezza. Ma la bellezza molte volte la incontri anche nei volti e nelle azioni degli altri. Sono tante, infatti, le persone, giovani e meno giovani, che in questa grande città si dedicano al volontariato, mostrando attenzione e generosità verso quanti nella vita fanno fatica ad andare avanti. Le ho viste operare. Ho parlato con loro. Ma ho guardato anche gli occhi di chi dalle loro mani riceveva un pasto caldo e vi ho letto tanta gratitudine e tanto bisogno di essere amati senza essere giudicati. Sono incontri che hanno segnato profondamente il mio animo e la mia spiritualità, che mi hanno spinta a guardarmi dentro e invitata a cercare negli altri il volto del Signore, sia quello generoso e pronto a gesti d’amore che rifulge nello sguardo dei volontari, che quello bisognoso di attenzione e di cure scavato nel volto dei poveri. Quante domande mi sono posta e quante di esse hanno trovato risposta nelle storie degli altri. Sento, allora, che la mia vita trova sempre maggiore alimento nell’incontro con gli altri, nella pratica di qualche gesto di solidarietà, nello scambio di esperienze, anche nelle letture extrascolastiche. L’esperienza di vita universitaria che sto vivendo mi sta, dunque, offrendo grandi opportunità di crescita umana, culturale e spirituale. Mi accorgo, pertanto, che non sono qui, a Roma, solo per conseguire un titolo di studio, ma anche per proseguire nel mio cammino per poter realizzare il mio vero sogno: realizzarmi come persona, come donna, come professionista. E questo attraverso l’impegno, la fatica e i sacrifici dello studio, certo, ma anche e soprattutto attraverso quelle esperienze di vita che sanno arricchire di speranza: il tendere una mano a chi ha bisogno di aiuto, il porsi in ascolto degli altri per accogliere e condividere. E sperimentare così, nella freschezza della giovinezza e nonostante le ombre minacciose che incombono sulla società e sul mondo, quanto sia prezioso e straordinario il dono della vita.
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