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A cura della Presidenza Nazionale F.U.C.I.

LA F.U.C.I. INTERVISTA GIACOMO PIGNI, NOMINATO CAVALIERE DELLA REPUBBLICA DAL PRESIDENTE SERGIO MATTARELLA

Giacomo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ti ha nominato Cavaliere della Repubblica per la tua azione e la tua presenza durante la Pandemia da Covid-19. Qual è l’attività che hai svolto e che cosa ha rappresentato per te essere presente e spenderti in quel periodo così turbolento e difficile ?

Durante il lockdown ho avuto la possibilità di venire a conoscenza di un bisogno portato dall’AUSER. Questa associazione, che impiega volontari anziani per sostenere altri anziani, si trovava nella situazione di non poter svolgere in sicurezza la sua attività. Per tale ragione inizialmente insieme ad altri ragazzi abbiamo preso il testimone riguardo al servizio di chiamate e di ascolto. In seguito abbiamo fatto partire un servizio di consegna della spesa e dei farmaci coinvolgendo circa 30 ragazzi e collaborando con la Protezione Civile e la Croce Rossa. Per me questo impegno ha rappresentato una normale reazione al momento che stavamo vivendo. Ho sempre svolto volontariato nella mia zona e mi è sembrato doveroso, oltre che normale, dare un mio piccolo contributo per sostenere la comunità in quel periodo.

Anche alla luce della tua esperienza, pensi che dopo la Pandemia cambierà il modo di essere giovani e soprattutto il modo di essere giovani impegnati nella società e nella Chiesa ?

Lo spero molto. Spero vivamente che cambi la consapevolezza che la società ha di sé stessa. In questo gruppo non mi riferisco solo ai giovani. Spero che ci si renda conto che l’IO non vale nulla senza il NOI. Per quanto riguarda i giovani io spero che esperienze come quelle che mi hanno visto tra i protagonisti possano mostrare alla società qualcosa che smonti lo stereotipo di giovane- fannullone. Penso che sia nella società che nella Chiesa i giovani siano già dei bellissimi testimoni di servizio.

Credi che ci debbano essere degli elementi “costitutivi” che i giovani devono avere per poter essere una “buona presenza” e sopratutto per essere una presenza costruttiva ? Se si, quali sono ?

Penso che chiunque debba avere delle basi solide che gli permettano di capire quello che sta facendo e per chi lo sta facendo. Penso anche che tali basi si ottengano sporcandosi le mani. Faccio un esempio: l’Azione Cattolica fornisce dei bellissimi percorsi per riflettere sulla propria fede e per strutturarla, in questi percorsi c’è anche una parte “pratica”. Se devo indicare degli elementi costitutivi penso che il più importante sia quello di considerarsi parte di un NOI e sapere che il proprio benessere/felicità può esserci solo se frutto di un percorso di condivisione e di servizio con la l’aiuto/guida della preghiera.

Intervista Giacomo Pigni