John Courtney Murray

John Courtney Murray nasce a New York il 12 settembre 1904 da Michael John Murray, avvocato di famiglia scozzese, e Margaret Courtney, originaria dell’Irlanda.
Entra nella provincia di New York della Compagnia di Gesù nel 1920.
Consegue il dottorato in teologia nel 1937.
Come consulente dei vescovi americani collabora nel 1943 alla stesura del documento interconfessionale “Declaration on World Peace” sui principi della ricostruzione post bellica. La Seconda Guerra Mondiale e poi la Guerra Fredda consentono di ridurre l’importanza delle fratture religiose, come auspicato anche dalle Presidenze Roosevelt e Truman.
Si lega a don Luigi Sturzo e a Jacques Maritain durante il loro esilio americano, nel periodo bellico è assistente per gli Usa e segue l’ufficio internazionale del movimento universitario di Pax Romana che svolge il suo Congresso internazionale negli Stati Uniti al momento dell’inizio della guerra che è segnato da una lettera di Roosevelt inviata al Presidente mondiale Edward Kirchner, stretto collaboratore di Murray. Quest’ultimo coopera nel 1947 alla fondazione dell’ulteriore ramo dei laureati di Pax Romana.
Dal 1945 inizia a scrivere specificamente sulla libertà religiosa a partire dalla Rivista che dirige.
Negli anni ’50 è consigliere di vari vescovi su questioni legali come la censura e il controllo delle nascite, suggerendo posizioni liberali rispetto a leggi troppo invasive delle libertà individuali.
Nel 1954, a seguito di interventi pubblici in cui elogiava l’allocuzione di Pio XII ai Giuristi Cattolici italiani del 6 dicembre precedente, presumibilmente influenzata da Montini allora pro-segretario di Stato, come un progresso della dottrina in materia di tolleranza e libertà religiosa, entra in conflitto col cardinal Ottaviani, pro segretario della Congregazione del Santo Uffizio. Per alcuni anni, fino alla conclusione del pontificato di Pio XII nel 1958, non interviene più in pubblico su tali tematiche per evitare condanne esplicite.
La pubblicazione nel 1960 della raccolta dei testi “We Hold These Truths: Catholic Reflections on the American Proposition” è pensata nel nuovo orizzonte segnato da un lato dall’annuncio dell’indizione del Concilio Vaticano II da parte del nuovo pontefice Giovanni XXIII e dall’altro dall’avanzare della candidatura presidenziale del senatore cattolico John F. Kennedy, con cui entra in rapporto. In particolare è attribuito anche alla sua influenza il celebre discorso di Kennedy del 12 settembre 1960 a Houston su religioni e politica di fronte ad un pubblico di pastori protestanti. Non casualmente, il mese successivo all’elezione di Kennedy, nel dicembre 1960, la rivista Time gli dedica una copertina sotto la dicitura “I cattolici americani e lo Stato”.

Nel 1963 è chiamato come esperto alla seconda sessione del Concilio Vaticano II, consigliere teologico ufficiale dei vescovi Usa, e collabora in particolare alla stesura della terza e quarta bozza della Dichiarazione “Dignitatis humanae”. Al Concilio è accompagnato da Edward Kirchner e ritrova come uditori laici vari esponenti di Pax Romana legati a Montini e Maritain: l’italiano Vittorino Veronese, l’australiana Rosemary Goldie, lo spagnolo Joaquín Ruiz-Giménez e l’esule catalano Ramon Sugranyes De Franch.
La traduzione del suo volume da parte dell’editrice montiniana Morcelliana è del 1965, per accompagnare l’approvazione della Dignitatis humanae. Il testo è riedito ora nel 2021, con una Introduzione, per accompagnare la Presidenza del secondo cattolico americano, Joe Biden:
http://www.morcelliana.net/filosofia-della-religione/4095-noi-crediamo-in-queste-verita-9788837234706.html
Muore di infarto a New York il 16 agosto 1967.