Voci fucine

I giorni a Camaldoli sono stati un tempo particolarmente arricchente e fecondo. Ho fatto esperienza
della bellezza e della difficoltà di confrontarmi con gli altri, di vivere appieno le relazioni anche nei
momenti di incomprensione, scommettendo sulla fraternità come chiave per superare le tensioni.
Ci siamo riscoperti comunità. Comunità desiderosa di vivere, di incontrare e raccontare alla Chiesa
e all’università la bellezza e le potenzialità della nostra esperienza. Quando si vive un tempo di gioia
e amicizia come i giorni a Camaldoli, non si può non voler condividere con gli altri quanto speri-
mentato. La sfida, ora, è mettere in campo gli strumenti più adatti per comunicare e concretizzare
la nostra Proposta formativa.
Federico Vivaldelli
PRESIDENTE DIOCESANO DI MILANO, FUCINO DEL GRUPPO G. LAZZATI DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DI MILANO
E STUDENTE DI GIURISPRUDENZA.

Avevo conosciuto una parte di voi alla Sefap e già mi avevate colpito tanto positivamente, ma vedervi
in questa particolare circostanza ha suscitato in me un profondo sentimento. Mi sono reso conto
di essere parte di un ideale che si materializza e cammina attraverso le persone che lo abitano. Una
realtà così bella da ispirare, in chi la conosce, la necessità di contribuirvi.
Mi ha tormentato fin da subito il pensiero di averla scoperta solo al mio ultimo anno e spesso mi sono
ripetuto “perché sono arrivato così tardi?”. Poi, il giorno del deserto, la meditazione si concludeva
con «è Lui che per primo ci chiama nella sua vigna con una missione». Mi è venuta allora in mente la
parabola dei lavoratori della vigna.
Dio non chiama tutti alla stessa ora: qualcuno al mattino, qualcuno alla sera, ma dà a tutti la stessa
ricompensa. Non dobbiamo, al contempo, dimenticare ciò a cui siamo stati chiamati, quindi che
sia per sei o per un’ora sola, dobbiamo lavorare. La brevità del tempo non deve mai scoraggiarci o
giustificarci a fare di meno.
La mia chiamata è arrivata dopo rispetto ad altre, ma sento, nei fratelli e nelle sorelle che ho scoper-
to, di aver ricevuto tanto quanto ha dato a ognuno e ognuna di voi.
Grazie FUCI e che Dio la beneduci!
Lorenzo Tellez
FUCINO DEL GRUPPO G. LAZZATI DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DI MILANO
E STUDENTE DI FASHION & TEXTILE DESIGN ALLA NABA DI MILANO.

È il primo anno che faccio parte della FUCI e, di conseguenza, è il primo Congresso a cui partecipo.
Ero stato già al Modulo formativo a Roma nel 2022, ma devo dire che qui a Camaldoli era tutto
diverso e tutto più bello. Il viaggio d’andata è stato tutto tranne che semplice, ma devo dire che,
per l’esperienza nel suo complesso, ne è valsa la pena. Sono sincero, aver partecipato al Modulo
mi ha aiutato molto, perché molti fucini li avevo già conosciuti lì e quindi mi sono sentito da subito
integrato al massimo. Sono stati quattro giorni intensi, con pochissime ore di sonno, ma tante ore in
compagnia, con attività divertenti, interessanti e formative, che mi hanno permesso di comprendere

una volta in più che la FUCI è davvero una grande famiglia e tutti remiamo nella stessa direzione.
Non c’è niente che cambierei dell’esperienza che ho vissuto, quindi voglio ringraziare tutt*, spe-
rando di rivedervi il prima possibile.
P.S.: Daje Roma Daje!
Andrea Matteotti
FUCINO DEL GRUPPO DI PADOVA E STUDENTE DI INGEGNERIA MECCANICA

Gli Stati generali a Camaldoli sono stati la mia prima esperienza nazionale in FUCI. Sono stati gior-
ni intensi ma belli: non dimenticherò quanto in fretta io mi sia sentita a casa, anche se conoscevo
poche persone prima di arrivare.
Tra le tante cose, mi ha colpito il modo in cui, in più occasioni durante questi giorni, si è concre-
tizzato quel desiderio di essere persone capaci di dialogo vero: persone con opinioni, esperienze,
competenze e sensibilità diverse che si confrontano, non per decidere chi abbia ragione, ma per
essere costruttori di qualcosa di più grande.
Essendo in FUCI solo da pochi mesi, mi sono ritrovata a lavorare – e addirittura a votare – su
un testo che era stato voluto, pensato, scritto da altri. All’inizio avevo un po’ paura di sentirmi
estranea, che fosse tardi per entrare davvero in profondità nella Proposta formativa, ma era un
timore infondato. Sentendo parlare chi è in FUCI da più tempo di me, ho percepito la passione
e l’enorme lavoro che ha portato a questo testo: non è per nulla banale essere capaci di guardarsi
dentro per provare a definirsi e a sognare un futuro grande per la Federazione. E la cosa più bella
è che in quelle parole, in quel desiderio, mi sono sentita compresa anche io, mi ci sono ricono-
sciuta, anche se appena arrivata. Sono tornata a casa con una consapevolezza più profonda di cosa
sia la Fuci e del mio desiderio di farne parte, e con tanto entusiasmo che spero mi accompagnerà
a lungo.
Maddalena Arighi
FUCINA DEL GRUPPO DI BOLOGNA
E STUDENTESSA DI DIDATTICA DELLA MATEMATICA.

Al termine di questa esperienza desidero ringraziare ciascuno di voi per il tempo passato insieme, per
ogni momento di ascolto e confronto. In questi giorni a Camaldoli ho incontrato persone meravigliose,
compagni di avventura, amici e fratelli in cammino insieme.
Ho sperimentato la bellezza della realtà federativa, ho visto in prima persona la voglia di fare e la
bellezza di farsi dono per l’altro.
Ho riconosciuto “cercatori di Dio” nello sguardo di giovani come me che credono nella FUCI e nel
suo progetto. Credo che la Proposta formativa, approvata dopo questo lungo percorso di ripensa-
mento, sia l’espressione di un sogno comune: il sogno di una federazione che si mostra ancora una
volta luogo d’incontro tra Chiesa e università.
Una federazione che vuole stare al passo con la realtà e con la storia che cambia, che non si arrende
davanti al cambiamento ma si ferma, si ripensa e si mette in gioco. Una federazione che scommette
su noi giovani, chiamandoci ad essere protagonisti di questo grande sogno.
Sara Di Tanna
RAPPRESENTANTE DELL’ASSEMBLEA FEDERALE (RAF),
FUCINA DEL GRUPPO DI CHIETI E STUDENTESSA DI MEDICINA.

Gli Stati generali sono stati un’esperienza profondamente generativa da plurimi punti di vista.
Essi si sono rivelati, difatti, uno spazio collettore di voci, pensieri e preghiere: voci sul nostro essere
comunità in cammino, pensieri sul nostro modo di essere FUCI, preghiere su ciò di cui vogliamo
essere testimoni, alla luce della nostra fede.
Da coordinatore, collaborare con tante giovani menti alla Proposta formativa, senza smettere di
pensarsi “cercatori di Dio” nello spirito, è stato poi un momento di vera grazia. E questo non per ar-
rivare a spiritualizzare ciò che si è concretamente vissuto, ma perché nella tensione condivisa verso
un comune orizzonte di senso è celato l’amore per un Bene sovraordinato alla nostra quotidianità,
tutto rivolto alla Federazione. Un tendere, questo, che permette di uscire dal piccolo mondo del
proprio ego per riferirsi a un ideale, una prospettiva, un valore che trascende ciascuno di noi e ci
dona di assaporare la bellezza di un percorso di vera libertà, fondato su un “sì” volontario, saldo e
consapevole.
Christopher Livieri
FUCINO DEL GRUPPO P.G. FRASSATI DI URBINO
E STUDENTE DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA.