Quomodo

La direttiva spirituale

 

Questo programma di vita esige ch’io abbia intensità ed unità spirituali intimamente cristiane, superiori alla comune maniera di chi semplicemente si dice credente e praticante.

Eppure nessuna regola, nessuna aggiunta straordinaria distingua la mia vita cristiana dalla sua forma normale ed essenziale.

Anzi una sola nota mi sia straordinaria, e cioè un particolare amore a ciò che è essenziale e comune nella vita spirituale cattolica. Così avrò la Chiesa Madre di carità: la sua Liturgia sarà la regola preferita per la mia spiritualità religiosa; la parrocchia il luogo preferito per la mia preghiera; la riverenza al Parroco, al Vescovo, al Papa, l’espressione concreta del mio omaggio alla carità e all’unità e della mia rinuncia all’egoismo e al particolarismo. Mi sia quindi caro che alla mia educazione spirituale presiedano la semplicità dei dogmi fondamentali della fede e l’armonia della costituzione unitaria della Chiesa, bastando e sovrabbondando alla mia pietà, per esser vivace e verace, la fortuna di appartenere semplicemente, ma direttamente al seguito di Cristo, e di partecipare, con l’adesione al suo Corpo mistico, ai suoi meriti, alla sua storia, alla sua gloria.

Nutrirò la mia anima della sapienza e del gaudio di qualche pia meditazione, almeno settimanale, ispirandola principalmente alle letture liturgiche del tempo, al Vangelo o ad altri scritti della Bibbia, o a quelli di qualche grande savio cristiano; e spingerò abitualmente così in alto i desideri della mia anima da rendermi connaturale bisogno l’esercizio della preghiera.

Per ricordare tutti questi impegni ed alimentare questo spirito procurerò (senza farmene stretto obbligo), di recitare nei giorni festivi, in unione a tutta la Chiesa orante, una o due delle Ore Canoniche dell’Ufficio divino (per es., le Lodi, Prima, Vespro, Compieta).

E cercherò l’opportunità di raccogliermi, possibilmente ogni anno, in un breve ritiro spirituale.

 

Da Coscienza Universitaria, Ed. Studium, Roma, 2014