«Ancora meditate il significato d’un libro. Prendete un libro in mano: che cosa significa esso se non la prescienza dello scrittore sul vostro desiderio di apprendere? Un libro è l’attestato della preesistenza del magistero esteriore.
Questa ingenua scoperta dovrebbe delineare continuamente davanti a noi l’immagine maestosa della tradizione, della solidarietà intellettuale umana, dell’istinto cioè che il pensiero ha di farsi fecondo e vivo, superiore e benefico, universale e sociale, risultato questo che non si raggiunge senza ammettere qualcosa d’altro fuori di noi, di cui il libro è messaggero fedele»