Antonin-Dalamance Sertillanges
La vita intellettuale
Edizioni Studium
Roma 2014, pp. 256
Passare dagli studi superiori agli studi universitari, procedere con l’approfondimento e l’indagine in ambito accademico, aprirsi al mondo della cultura e alla società, chiedono continuamente ad ogni studente di definirsi rispetto alla scelta di una vita intellettuale. Non è frequente definire il proprio studio utilizzando le categorie della spiritualità, della vocazione, della missione, sentite piuttosto come prerogativa di pochi, una élite distante, estranea alla massa che spesso passa nei corridoi delle nostre università.
La nuova edizione de La vita intellettuale di Antonin-Dalamance Sertillanges (1863-1948), filosofo e teologo domenicano, si colloca proprio a rilanciare l’importanza per ciascuno di riconoscere e rispondere profondamente alla vocazione alla vita intellettuale che lo studio attento e accurato della realtà richiede, in modo particolare per gli uomini e le donne cristiani. La pubblicazione, fortemente voluta dalla Presidenza Nazionale della FUCI e sostenuta dalla Fondazione FUCI, ha il merito di rimettere in circolo pagine di un vero e proprio classico del Novecento. Un volume per dirla con Rosmini dove «non è nulla di arbitrario e di sterile, né nel metodo, né nello stile, né nella dottrina: […] dove l’umanità ha trasfuso se stessa co’ suoi sentimenti, co’ suoi bisogni, colle sue speranze». Un classico in cui stile, metodo e contenuto si fondono lungo un tracciato educativo rivolto ai giovani. Il volume, edito nel 1920 e tradotto in Italia nel 1945, è sempre circolato nell’ambiente intellettuale fucino e ha alimentato generazioni di giovani che hanno intrapreso il cammino della ricerca e dello studio. Esso è una pala – con Coscienza universitaria di Giovanni Battista Montini e Il lavoro intellettuale di Jean Guitton – del trittico letterario fondamentale dei fucini del dopoguerra. La vita intellettuale è una breve trattato sulla vita dello studioso e, in alcuni passaggi, si presenta come una vera e propria regola di vita per chi intenda dedicare anche solo parte delle sue energie all’approfondimento culturale. La trattazione si fonda sul pensiero tomista – lo stesso autore nell’introduzione si rifà ai Sedici precetti per acquistare il tesoro della scienza di San Tommaso – che si configura come «sintesi», come appoggio alla «scienza completa» da cui trarre un «potere di coordinazione e di elevazione, quasi miracoloso» (p. 107).
Posti i radicali mutamenti della cultura dall’inizio del Novecento ad oggi, il volume rimane intatto nella sua attualità perché fa emergere il significato primo della vita accademica intesa come vocazione dell’uomo alla ricerca incessante della verità. Attualità inoltre rinnovata di fronte alla grande contraddizione del nostro tempo: la confusione tra gli innumerevoli strumenti di cui disponiamo e la marginalità dei significati che ad essi attribuiamo. La vocazione intellettuale è quella che cerca le chiavi di lettura del mondo e che in ogni strumento scova il significato profondo celato. Per questi motivi e molti altri che il lettore scoverà leggendo, oggi come allora, La vita intellettuale deve rimanere nella libreria di ogni studente universitario.
di Paolo Baroni e Andrea Michieli