di Luciano Canfora*
Dobbiamo rassegnarci al fatto che nessuna fonte antica si esprime in modo favorevole al modello democratico. Non é usuale dirlo perché fuoriesce da un cliché. D’altra parte la valutazione della città democratica antica, di Atene in particolare, ha costituito un campo di battaglia per gli storici nel corso del tempo. Potrei ricordare Tocqueville per quel celebre capitolo ne La democrazia in America in cui addirittura definisce la democrazia ateniese «una aristocrazia», sempre in rapporto alla questione della grande quantità di schiavi; ma è nell’Ottocento che lo scontro avviene tra l’interpretazione radical liberale alla Grote per cui quella è l’anticipazione del parlamentarismo britannico e delle sue vivaci dinamiche; mentre l’interpretazione conservatrice, soprattutto di matrice tedesca (si pensi al grandissimo Eduard Meyer che non era un dilettante come Grote, ma era un professionale cultore della storia antica) che vede invece nella città democratica l’analogo della terza repubblica francese e quindi il disordine e il regime di massa. Regime di massa? In realtà, l’assemblea popolare ateniese è un meccanismo curioso che dentro per dentro le fonti ci fanno intravvedere. […]
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*Università di Bari