di Andrea Michieli *
Comunicazione è relazione. L’etimologia stessa evidenzia quest’affermazione: comunicare significa “mettere in comune”. La comunicazione è un campo di ricerca vastissimo che negli ultimi decenni ha assunto i tratti di un cantiere in continuo cambiamento. Ci troviamo infatti a vivere in flusso comunicativo continuo che giorno dopo giorno aumenta i mezzi e i messaggi e che, secondo alcuni, assume i tratti di un’intelligenza collettiva (P. Levy). La vera “rivoluzione” comunicativa dell’ultimo decennio è costituita dalla creazione di veri e propri luoghi virtuali di scambio, i social network. Sul piano della riflessione antropologica, una delle tesi che si vuole proporre è che i nuovi “ambienti” della comunicazione non siano altro rispetto all’esistenza: non esiste dualità tra vita reale e virtuale. Una seconda riflessione è la costatazione che i nuovi luoghi di comunicazione stanno cambiando profondamente il nostro modo di relazionarci e di vedere la realtà che ci circonda. Gli elementi di questo cambiamento sono la velocità di scambio, la connettività rapida senza confini territoriali e la caduta della barriera della sfera personale. Affinché il web da rischio diventi occasione è necessario che ogni momento diventi «parresia» (M. Focoult), momento di trasmissione del vero di sé. Non a caso nella costituzione ateniese antica si mettevano a fondamento della polis l‘isononomia, l’isogoria e la parresia: dire il vero non riguarda soltanto l’individuo, ma l’intera società. Anche nel campo della comunicazione politica i social hanno portato una trasformazione profonda. Elementi del mutamento sono la velocità e la brevità a scapito del discernimento e dell’argomentazione. Il cosiddetto fenomeno delle “smentite” e la diffusione di Twitter a uso politico possono bene rappresentare le tendenze indicate. La politica veicola messaggi sempre più emotivi: talvolta sembra di essere in un regime di democratainment, dove l’entertainment ha ormai preso il posto dell’ideologia.
La comunicazione sul piano culturale oggi rischia di essere talmente veloce da provocare una sorta di sordità profonda delle idee e dei contenuti e di creare interesse disinteressato (M. Perniola). Proprio in quest’ambivalente funzione però, il web si trasforma in risorsa: è un’immensa biblioteca nella quale si deve trovare un criterio di scelta, dove si devono individuare costantemente i libri da leggere e le voci da ascoltare.
Un ultimo aspetto della comunicazione riguarda la fede. «Il progetto di Dio è comunicativo» (C. M. Martini), esso prevede la comunione con tutti gli uomini. Questi nuovi mezzi di comunicazione non possono non essere luoghi reali d’incontro e relazione con tutti per testimoniare la fede.
La testimonianza – laicamente individuata nella famosa espressione «il medium è il messaggio» (McLuhan) – è quella che meglio esprime il modo proprio del cristianesimo nell’ambiente digitale.
Le pagine di questo numero introducono infine alla vita di un uomo che fece della testimonianza la sua esistenza, della promozione umana il compito fino alla morte: a Padre Puglisi il nostro ricordo che si fa impegno presente di giustizia.
* Condirettore di «Ricerca»