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Il tema della pace scuote e interpella le nostre vite e le nostre coscienze tanto più ora che abbiamo visto tornare nello scenario europeo le ragioni del conflitto e della violenza, dopo anni in cui la coesistenza e la convivenza pacifica tra popoli sembravano dare solido fondamento al sogno della casa comune europea. La speranza che la guerra possa avere fine il prima possibile e che possa essere riaffermata la dignità e la libertà di autodeterminazione di ogni popolo ci spinge a interrogarci su quale impegno per la pace è oggi richiesto a noi giovani, e a noi giovani cristiani.

Per farlo occorre capire prima di tutto cosa intendiamo per il termine pace. Il concetto di pace non si riduce all’assenza dei conflitti, né alla quiete delle cose e del proprio ordine interiore. La pace, scriveva Mounier, non è “il pacifismo dei tranquilli”. È piuttosto una forza estremamente dinamica, esigente, protesa verso il futuro.  La pace è una forza che sconvolge la realtà, capace di cambiarne lo stato di cose. È una condizione che richiede la realizzazione piena del bene comune, della fraternità e della solidarietà tra i popoli, della giustizia. La pace esige non solo e non tanto l’assenza del male, quanto piuttosto la pienezza e la realizzazione del bene. Tutto questo rappresenta per noi giovani impegnati nella vita, nello studio, nella società, nelle comunità ecclesiale una sfida continua, un lavoro difficile di costruzione e progettazione comune. La pace, da quella di cui fare esperienza nel contesto familiare, fino a quella sociale o geopolitica, non può trovare piena soddisfazione nella reciproca tolleranza, in un patto di coesistenza, nella mutua accettazione. Richiede la costruzione di una sempre più ampia dimensione pubblica comune. Serve dunque uno sforzo maggiore, un investimento di speranza e di energia. Oggi ci rendiamo conto che la pace non è una conquista garantita, un dato acquisito una volta per tutta, ma piuttosto un processo continuo da alimentare e coltivare. Siamo sempre in cammino verso la pace!

Per approfondire tutti questi temi, nelle giornate del Modulo formativo avremo occasione di dialogare tra di noi e con alcuni relatori che ci accompagneranno nella riflessione. I lavori si apriranno il venerdì pomeriggio con dei tavoli di discussione in cui avremo modo di confrontarci sul concetto di pace e sui contesti di pace di cui possiamo fare concretamente esperienza nelle realtà che abitiamo. Il sabato mattina, grazie alle relazioni di don Leonardo Salutati e di padre Alberto Remondini, avremo l’opportunità di riflettere sul concetto teologico di pace, sui processi di costruzione di pace raccontati nelle Sacre scritture e sui nodi etici che il tema della pace pone alla Chiesa nel suo dialogo con la società e la realtà contemporanea. Nel pomeriggio un secondo momento laboratoriale di dialogo sarà dedicato a ragionare insieme su come concretamente possiamo farci costruttori di pace nelle realtà che abitiamo, da quelle più prossime, come la famiglia, l’università, la parrocchia, fino a quelle che impegnano la nostra dimensione sociale e pubblica, come la comunità civile, il contesto internazionale, la realtà ecclesiale.

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