di FUCI Padova

Grande assente nel dibattito politico, l’università nella situazione di emergenza e nei tentativi di ripresa degli scorsi mesi è stata scarsamente considerata, nonostante l’evidente dipendenza di tutta la società dalle conoscenze scientifiche avrebbe potuto far rivalutare il ruolo privilegiato che essa ha nella ricerca, scoperta e creazione di un sapere prezioso.

Noi studenti della F.U.C.I. (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) abbiamo seguito con grande interesse lo scambio intercorso tra il gruppo di professori della nostra Università degli Studi di Padova e l’ormai ex rettore Rosario Rizzuto, felici di sentire che le criticità rispetto alla situazione accademica attuale e i desideri per l’università del futuro che abbiamo siano condivisi. Avendo dedicato parte dello scorso anno accademico proprio a questa questione (“Direzione università: orizzonti del sapere tra tecnologia  e presenza”[1]), oltre ad esprimere la nostra concordanza con le tesi del manifesto “Università libera, università del futuro”[2], vorremmo portare un contributo ulteriore e includere in questo dibattito la voce di alcuni studenti, perché crediamo che il confronto e la sinergia tra prospettive sia imprescindibile per crescere costruttivamente.

Innanzitutto, vogliamo guardare alla nostra esperienza per capire cos’è oggi per noi l’Università e per poterci quindi chiedere poi cosa vogliamo che sia, che cosa vogliamo impegnarci a farla diventare.  Riconosciamo nella definizione di Universitas come luogo nel quale “apprendimento e formazione sono incontro di persone, degli studenti con i professori e degli studenti tra loro e con la città universitaria”, indicata dal prof. Rizzuto nella lettera aperta del 16 giugno 2020[3], una chiara direzione di stile verso cui auspichiamo di poterci sempre più rivolgere, potenziando e trovando modalità innovative per permettere lo sviluppo della conoscenza attraverso il passaggio di esperienza. Individuiamo in questa dinamica dello scambio interpersonale come alveo della conoscenza, personale  e accademica, la matrice originaria dell’università come comunità formante, che vogliamo rimarcare con particolare vigore nel momento in cui sembra che si stia trasformando in una dispensatrice di servizi, erogati in modo spersonalizzante ad individui che si approcciano all’istituzione con una logica più di mercato che di relazione. Non si tratta di negare qui l’importanza che l’Università ha per la società tutta e la responsabilità che essa ha di uscire dalle proprie sedi, consapevoli che il suo obiettivo non è essere fine a sé stessa ma al servizio della collettività. Si tratta piuttosto di riconoscere che sono proprio queste connessioni che “instauriamo nei luoghi di studio e di lavoro dove regna un clima di collaborazione e condivisione, che ci accompagnano negli anni e ci aiutano a crescere e a mantenere vivo il desiderio di servire la comunità che abitiamo”[4].

Vogliamo tenere accesa la speranza che un’università fatta di dono reciproco, fraternità e servizio esiste, può esistere, e si costruisce come spazio da abitare, nella creatività delle forme possibili. Per questo, osiamo dire che la missione insita nella sua vocazione alla promozione culturale, umana e sociale si esprime anche nella forma della carità intellettuale perché, come scrisse il card. Montini, “Anche la scienza può essere carità” perché “chiunque con l’attività del pensiero e della penna cerca di diffondere la verità rende servizio alla carità”[5] (Azione fucina, 1930).

Riprendendo ancora una volta le parole del Rettore, l’università è anche “luogo libero, inclusivo ed appassionato di scienza e formazione”[6], che pertanto dovrebbe essere caratterizzato da un clima di collaborazione, di stimolazione reciproca, non competizione. In più, sentiamo la necessità che diventi in maniera più propria e meno fortuita un luogo in cui siamo educati alla profondità, ovvero alla comprensione critica, alla maturità emotiva, alla consapevolezza e sensibilità etica. In tal modo, ciascuno studente non sarà solo titolato per ottenere un impiego lavorativo, ma diventerà una persona formata, che potrà prendere responsabilmente parte alla società e costruirla verso il bene, la giustizia, la pace e la promozione umana.

Rispetto alle dieci tesi del manifesto[7], un’altra parola chiave che vorremmo enfatizzare maggiormente è “dialogo”, sia interdisciplinare che extra accademico. Con questo fine, chiediamo che i percorsi curricolari permettano agli studenti di essere più attivi non solo in parti specificatamente dedicate della formazione (i tirocini), ma in maniera endemica alle modalità didattiche, attraverso uno scambio con i docenti stessi, perché vediamo che l’unidirezionalità è informativa, non educativa. Parallelamente, vogliamo anche lanciare un appello ai nostri colleghi e compagni di corso, perché assumano un atteggiamento più responsabile e partecipativo rispetto alla propria formazione.

Dopo più di un anno accademico in prevalenza online, inoltre, dobbiamo riconoscere che le soluzioni tecnologiche adottate hanno permesso a persone con particolari problematiche o disabilità di seguire i corsi con molta più facilità, e pertanto quest’opzione di accessibilità non può essere abbandonata in un ateneo che vuole essere inclusivo. Allo stesso tempo, però, emerge in maniera lampante che la ricchezza dell’esperienza propriamente universitaria non può essere racchiusa nella dimensione online, troppo stringente, sfuggente, talora illusoria, oscillando tra la pretesa efficientistica e la passività deresponsabilizzante. Per studiare, approfondire, ricercare, abbiamo bisogno innanzitutto di uno sprono, di una spinta, di quella motivazione che nasce e si rafforza nell’interazione reciproca, anche e proprio a costo di uscire dalle nostre certezze per affrontare le sfide a cui la continua novità della realtà ci espone.

[1] Ciclo di conferenze promosso dal gruppo FUCI di Padova e tenutosi tra marzo e maggio 2021. 𝘐𝘯𝘪𝘻𝘪𝘢𝘵𝘪𝘷𝘢 𝘧𝘪𝘯𝘢𝘯𝘻𝘪𝘢𝘵𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘪𝘣𝘶𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘜𝘯𝘪𝘷𝘦𝘳𝘴𝘪𝘵à 𝘥𝘪 𝘗𝘢𝘥𝘰𝘷𝘢, 𝘴𝘶𝘪 𝘧𝘰𝘯𝘥𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘷𝘪𝘴𝘵𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘦 𝘪𝘯𝘪𝘻𝘪𝘢𝘵𝘪𝘷𝘦 𝘤𝘶𝘭𝘵𝘶𝘳𝘢𝘭𝘪 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘵𝘶𝘥𝘦𝘯𝘵𝘪.

[2] Università libera, università del futuro. Dieci tesi per un manifesto: https://www.universitadelfuturo.it/docs/manifesto.pdf

[3] Pubblicata dal Il Bo Live: https://ilbolive.unipd.it/it/news/didattica-futuro-rizzuto-ateneo-inclusivo

[4] https://comunitadiconnessioni.org/editoriale/universita-vocazione-rigenerare/

[5] Montini, G. B. (1930). I cattolici e la cultura. Azione Fucina.

[6] https://ilbolive.unipd.it/it/news/didattica-futuro-rizzuto-ateneo-inclusivo

[7] Università libera, università del futuro. Dieci tesi per un manifesto: https://www.universitadelfuturo.it/docs/manifesto.pdf